Tel.: +39 331 223 7587 – Email: info@unfiloperlavita.it

 

Il Valore della cura nella Nutrizione Parenterale è rappresentato da molti elementi che sono strettamente correlati e sinergici. L’importanza di una governance clinica sicura e ben strutturata del percorso di Nutrizione Parenterale Domiciliare è sicuramente un fattore determinante nella gestione del rischio che tale terapia salvavita spesso può serbare, ma anche nel miglioramento della qualità di vita del paziente stesso.

In occasione del nostro ultimo evento congressuale (vedi il X Convegno di Un Filo per la Vita) abbiamo avuto modo di sviscerare l’argomento con le dottoresse Giulia Dagliana e Elena Beleffi del Centro Gestione Rischio Clinico e Sicurezza del Paziente della Regione Toscana, che ci hanno raccontato come il percorso di NPD (nutrizione parenterale domiciliare) è stato ottimizzato grazie ad una delibera regionale che ne ha migliorato la sua strutturazione.

IL VALORE DELLA CURA NELLA NUTRIZIONE PARENTERALE

Con la delibera regionale 580/2010 è stato predisposto un percorso che abbraccia il paziente già dal momento della dimissione ospedaliera, fino all’arrivo a casa ed in tutte le fasi del sua malattia.

Un percorso sostenibile perché tende a minimizzare i vuoti assistenziali, i punti di rischio, le criticità insite in un modello frazionato.

Tra gli elementi che delineano il percorso della legge 580 vanno evidenziati la presa in carico del paziente prima della sua dimissione ospedaliera, le forniture al suo domicilio; l’assistenza da parte di infermieri specializzati nella gestione di un catetere venoso centrale. Aspetti virtuosi che si traducono, per il paziente, in meno ricoveri, meno infezioni, ma soprattutto una gestione omnicomprensiva, che garantisca e mantenga, la dignità della persona/paziente e dei suoi familiari.

Essa ha definito i requisiti essenziali del percorso clinico assistenziale, attribuendo un ruolo centrale al team di nutrizione clinica, creando sinergia fra questo ed il team infermieristico. Inoltre chiede di rivalutare periodicamente il piano nutrizionale, individua chiaramente i bisogni formativi del caregiver e definisce delle specifiche per il re-training periodico di tutti gli operatori coinvolti nella gestione del trattamento NPD.

Infine, aspetto saliente, e che determina un reale valore aggiunto, ha imposto una figura di raccordo fra ospedale e territorio per ridurre l’impatto del trasferimento da un sistema di cura ad un altro.

I rischi di un percorso NPD inadeguato e non appropriato possono essere infatti molti. Vediamone qualcuno:

La NPD Un Filo per la Vita

Nel momento in cui la nutrizione parenterale viene gestita a domicilio (NPD) le interazioni tra gli elementi del contesto cambiano e diventano di due livelli:

  • interazioni tra l’ospedale e il domicilio
  • interazioni tra gli elementi del nuovo contesto

La figura di raccordo nel percorso di NPD così creato diventa veramente molto importante perché ha il compito di coordinare, pianificare e seguire il percorso di deospedalizzazione del paziente, in collaborazione con i Distretti e il Gruppo di valutazione multidisciplinare della Asl di riferimento.

NPD Un Filo per la Vita

E’molto importante garantire sicurezza nella transizione di cura perché se essa non viene assicurata in modo appropriato, può avere un impatto nella modalità con cui vengono trasferite le comunicazioni e le informazioni necessarie per l’assistenza del paziente dall’ospedale al suo domicilio, problemi di natura gestionale, il raccordo di tutte le figure che compongono il processo, e può avere anche delle ricadute su quella che viene denominata la “continuità relazionale” cioè la capacità di rispondere alle esigenze del paziente e del caregiver.

Garantire pertanto una transizione di cura appropriata e adeguata significa ridurre al minimo la possibilità che si verifichino queste criticità rispetto a tutti questi elementi del processo.

Sappiamo infatti che le principali cause di fallimento del processo e dei motivi per cui avvengono momenti avversi nel processo di cura sono legati a fattori umani, comunicativi e processi mal gestiti.

L’analisi si concentra sul fatto che un approccio multidimensionale e multidisciplinare, che tenga conto del fattore umano e del coordinamento strutturato del processo, siano elementi essenziali affinché nel percorso di governace clinica della NPD diminuisca il livello di rischiosità potenziale. Ovviamente in questo il coinvolgimento attivo dei pazienti e del/i caregiver, sul piano della formazione ma anche gestione autonoma della nutrizione, rappresentino versanti assolutamente fondamentali.

In particolare il coinvolgimento attivo dei pazienti nella NPD conferisce valore alla cura. Il paziente e la famiglia al centro delle cure è uno dei valori essenziali di una organizzazione che guida la programmazione, lo svolgimento e la valutazione dei servizi sanitari che eroga, e si fonda su un’alleanza reciproca che porta benefici ai professionisti sanitari, ai pazienti, alle loro famiglie. Inoltre migliuora la sicurezza del paziente.

La forza del coinvolgimento e dell’empowerment del paziente/caregiver va a:

  • Migliorare i risultati dell’assistenza sanitaria
  • Migliorare l’esperienza delle cure
  • Migliorare l’esperienza lavorativa di chi cura
  • Migliorare i risultati delle cure per tutti i pazienti

 

IL VALORE DELLA CURA IN NPD VIDEO

Qui la presentazione degli argomenti da parte di Dr.sse Dagliana e Beleffi esposti in occasione del X Convegno di Un Filo per la Vita Onlus

 

pubblicazionimalatirari