Insufficienza Intestinale: le complicanze infettive del catetere centrale venoso (CVC)
Tra le complicanze che i pazienti affetti da IICB possono sviluppare effettuando la nutrizione artificiale rientrano quelle infettive correlate al catetere venoso centrale (CVC)
Ne parliamo con la Dottoressa Marta Ossola, SC Dietetica e Nutrizione Clinica, Città della Salute e della Scienza di Torino
Ridurre le complicanze aiuta la riabilitazione – Le complicanze da CVC (CATETERE VENOSO)
Altro importante intervento svoltosi in occasione del XII Convegno Nazionale Ecm sulla IICB promosso da Un Filo per la Vita Onlus che si iscrive nell’ambito dell’attività di divulgazione inerente l’insufficienza Intestinale Cronica Benigna e la terapia salvavita della Nutrizione Parenterale, riguarda l’ambito connesso alla riabilitazione della persona con IICB.
Proprio sulla possibilità di riabilitazione affrontiamo oggi il tema della riduzione delle complicanze correlate alla nutrizione parenterale con la Dott.ssa Marta Ossola, SC Dietetica e Nutrizione Clinica
Città della Salute e della Scienza di Torino e la Dott.ssa Teresa Capriati. Ospedale Bambino Gesù Roma unendo sia il versante relativo alla sfera del paziente adulto che a quella del paziente pediatrico.
Le Complicanze Infettive, trombotiche: lo stato dell’arte.
Generalmente spiega la dott.ssa Ossola le complicanze sono correlate a diversi aspetti. Principalmente esse riguardano l’accesso venoso (CVC) e possono essere infettive, trombotiche o meccaniche. Oppure riguardare l’organo bersaglio e quindi Epatobiliari dipendere cioè dal fegato; a livello osseo e infine Metaboliche.
Quelle più impattanti sul decorso della malattia e sicuramente più complesse sono le complicanze derivanti dall’accesso venoso e quelle epatobiliari. Su queste due categorie ci concentreremo di più in particolare affrontiamo adesso le complicanze riguardanti il catetere di tipo INFETTIVO.
COMPLICANZE CATERE CENTRALE VENOSO CVC DI TIPO INFETTIVO
La Definizione di CRBSI (infezione settica da catetere):
«L’Isolamento da colture ematiche da centrale e da sangue periferico in pazienti con sintomi clinici di setticemia in assenza di altre apparenti cause di infezione». Ricordiamo che la setticemia indica un processo infettivo acuto causato dal passaggio di germi nel sangue.
Nel caso in cui l’infezione provenga da contaminazione da catetere, può avvenire nel caso di emocoltura periferica negativa ma centrale positivo.
Nelle ultime linee guida è stato ricordato che nei centri esperti bisognerebbe che gli episodi settici correlati dall’uso del catetere siano compresi in un range compreso tra 0,14 e 1,09 episodi per catetere per anno. Un dato importante questo numero che rende evidente lo standard di qualità connesso alla cura del paziente.
Esistono alcuni fattori di rischio correlati alla possibilità di sviluppare infezioni da catetere. Alcuni modificabili, altri purtroppo no.
Quelli non modificabili sono connessi all’ANATOMIA DEL PAZIENTE cioè all’indicazione che ha portato alla nutrizione parenterale, intestini molto corti e dismotilità (ovvero le alterazioni a carico della peristalsi dell’apparato gastrointestinale).
Altri non modificabili sono correlati alla TERAPIA: numero di infusioni e durata e la necessità di utilizzare il catetere anche per farmaci di altra tipologia.
Ci sono invece fattori modificabili su cui bisognerebbe lavorare molto ed essi sono ad esempio correlati al DEVICE, alla tipologia di catere che abbiamo, come numero di lumi e di tipologia; inoltre connessi all’EDUCAZIONE (mancanza di training a domicilio con informazioni dettagliate; mancanza di utilizzo di materiale didattico interattivo e videotape) e alla GESTIONE (assenza di un Centro competente ed esperto)
Complicanze infettive da catetere portano a delle CONSEGUENZE che possono essere:
- Localizzazioni a distanza dell’infezioni (endocarditi)
- Trombosi e possibili conseguenti fibrosi (possibile esaurimento degli accessi disponibili)
- Epatopatie
- Ricorrenze (la sepsi può ripresentarsi nel tempo)
Mortalità: nell’ultima survey multicentrica 7 decessi per sepsi da CVC su 472 pts in un periodo di osservazione di 5 anni. Nel tempo la mortalità si è ridotta
Complicanze infettive: salvataggio del catetere è da indicare?
Quando è opportuno considerare la rimozione del CVC:
- Infezioni del tunnel o ascesso della tasca
- shock settico/instabilità emodinamica
- Infezioni complicate: endocardite, embolizzazione settica
- Persistenza di emocolture positive dopo 48-72 ore di terapia antibiotica appropriata
- CVC non tunellizzati se positività per S aureus, Candida, Gram neg, enterococcus, micobatteri; se S epidermidis si può tentare di salvare il CVC
- CVC tunnellizati se positività per S aureus, Candida ssp, P aeruginosa, micobatteri; se S epidermidis o enterococcus spp si può tentare di salvare il CVC
- Materiale protesico endovascolare
Linee Guida aziendali Città della Salute e della Scienza di Torino
Se si intende salvare il catetere, spiega la dott.ssa Ossola che alla terapia antibiotica sistemica va associata la cosiddetta TERAPIA LOCK.
Si definisce “lock” del CVC quella procedura di chiusura necessaria per mantenere pervio il catetere nell’intervallo interdialitico. Il “lock” consiste nel riempire con una soluzione i due lumi con l’esatto volume, comunemente riportato sullo stesso CVC. Il “lock”, oltre ad avere un preciso ruolo nella prevenzione della trombosi del CVC, trova una sua applicazione nella terapia delle infezioni del CVC e recentemente nella prevenzione delle batteriemie correlate allo stesso CVC (CRBS).
LINEE GUIDA ESPEN
Nelle ultime linee guida ESPEN viene raccomandato di non procedere ad una sostituzione programmata del catetere come presidio pee la prevenzione delle infezioni né sono raccomandate profilassi antibiotiche
Qualche dato sulla casistica italiana relativa all’incidenza delle infezioni da catetere:
0.45 episodi per 1000 giorni catetere (0.51 nel bambino, 0.41 nell’adulto)
74% dei Pazienti non ha avuto eventi infettivi; solo il 5.9% 3 o più eventi
Più frequente nel bambino
Ospedalizzazione:1.53 eventi/persona, nel 29.5% dei casi per complicanze del CVC
REGISTRO SERECARE
10 anni di follow up (2002-2011)
794 pazienti
5 Centri Italiani
Qui l’intervento della Dr.ssa Marta Ossola:
Le immagini, il video e i contenuti di questo articolo sono tratti dagli atti esposti dalla Dott.ssa Ossola in occasione del XII Convegno Ecm promosso da Un Filo per la Vita Onlus.